Giù le mani dall’Ogliastra, la Tari a Cagliari, e Sardi over 60 in fuga dalla Sardegna.
Da un articolo di Vivere a Cagliari riportiamo degli estratti dell’intervista fatta a Gessica Ibba riguardo la manifestazione “Giù le mani dall’Ogliastra. Ormai la riforma della sanità sarda è passata, cerchiamo di capire dalle parole dell’infermiera attivista quali siano gli scenari che si prospettano per la sanità in Sardegna.
Conosciamo meglio il comitato “Giù le mani dall’Ogliastra, i problemi di questa riforma e cosa possiamo fare per migliorare la situazione.
“Giù le mani dall’Ogliastra è un comitato che nasce da una iniziativa da parte dei cittadini per informare e riunire più persone cercando di superare le divergenze politiche. Ci ritroviamo infatti coinvolti tutti quanti in un sistema che sta remando contro il diritto alla salute e l’unico modo che abbiamo per manifestare la nostra disapprovazione è quello di unire le forze. Proprio per questo in occasione della manifestazione del 7 Settembre a Cagliari, sono giunti molti cittadini del territorio Ogliastrino; hanno partecipato alla manifestazione anche tanti altri comitati spontanei, esponenti politici, gli indipendentisti, i Pastori sardi, oltre che i sindaci delle zone maggiornente colpite da questa riforma, vari consiglieri e parlamentari regionali, la Rete Sarda per la Sanità Pubblica, alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle e le Associazioni dei consumatori.”.
Continua riguardo le problematiche: “Chi vive nelle zone centrali della Sardegna si ritroverebbe quindi obbligato a raggiungere ad esempio l’ospedale di Nuoro, che è già in sovraccarico di lavoro. Questo comporta dei gravi disagi in termini di tutela alla salute, le liste d’attesa diventerebbero ancora più lunghe e i tempi di intervento per le patologie gravi sarebbero molto dilatati. Ma non solo, è cosa nota infatti che in Sardegna i collegamenti e i trasporti pubblici siano molto difficili per via delle strade tortuose e che un’utenza così ampia di cittadini non può riversarsi su quei pochi ospedali presenti nel territorio che sono già al collasso.”.
Così porteranno avanti i loro obiettivi: “Ci stiamo attivando sempre di più per non lasciar decadere la lotta alla difesa della sanità. Ci impegneremo infatti in una raccolta di firme per un referendum abrogativo della riforma stessa. Adesso manca il passaggio dell’approvazione e, a proposito di questo, mi piacerebbe che i sessanta rappresentanti del Consiglio Regionale accogliessero la richiesta espressa da La Rete Sarda Difesa Pubblica di manifestare palesemente ed in modo inequivocabile il proprio “NO” abbandonando l’Aula al momento del voto.”.
Su la Provincia del Sulcis Iglesiente si parla della presa di posizione del Circolo Me-Ti sulla TARI nella cittù di Cagliari, definendola “Capitale Italiana della tassa sui rifiuti.”
Si legge in una nota: “Le bollette della tassa sui rifiuti arrivano questo mese, con scadenza al 30 settembre, e con un aumento del 10%. Una TARI che a Cagliari umilia pensionati e disoccupati e che conferma Cagliari capitale italiana della tassa sui rifiuti.” Continua: “La smart city cagliaritana, tutta start up e innovazione alla panna, si smonta miseramente quando si parla di rifiuti: niente differenziata, riciclo al lumicino, ciclo dei rifiuti che si conclude sempre nel percorso tra i cassonetti in strada, l’inceneritore di Macchiareddu, e il colletto finale per i cittadini.”.
Il Circolo Me-Ti prosegue: “La TARI cagliaritana pesa particolarmente sui ceti meno abbienti, con un calcolo estremamente piatto delle tariffe che umilia i pensionati e i disoccupati. I correttivi che dovrebbero attrarre giovani e studenti sono un palliativo per una città che a giovani e studenti offre baretti e ristorazione a poco prezzo.” Conclude: “Scrivere un messaggio sui social media, mandare una lettera all’URP del Comune, spedire una cartolina, un SMS, farsi sentire in ogni modo, serve a ricordare ai nostri rappresentanti eletti che ci saranno altre elezioni e che dovremo presentargli il conto.”.
Ad Maiora Media scrive di una nuova tendenza, quella dei sardi over 60 che desiderano lasciare l’isola, diretti verso paradisi fiscali in cui godersi la pensione.
Così inizia l’articolo: “La situazione economica sull’isola, sebbene il trend dia in aumento gli occupati dipendenti, non è comunque tra le più rosee. L’indice di povertà mostra chiaramente come le fasce deboli soffrano ancora sotto il peso di un’economia nazionale piuttosto traballante. Nonostante le notizie positive, gli inoccupati e i disoccupati sono ancora tanti e buona parte di essi hanno già deciso di fare le valigie e di andare alla ricerca di fortuna all’estero.”.
A voler lasciare l’Isola, ma in generale un Paese che sempre meno risponde alle esigenze dei cittadini, non sono solo i giovani, ma anche gli over 60. Non c’è da stupirsi se si pensa che all’estero ci sono dei veri e propri paradisi fiscali dove i pensionati possono vivere serenamente con la propria pensione. Sono due pensionati sardi su tre a desiderare di lasciare l’Isola per partire alla volta di realtà simili, con uno stile di vita tranquillo come quello della Sardegna, ma con costi del carovita decisamente più abbordabili.”
Infine: “I dati raccolti dall’osservatorio di Reale Mutua, dedicato al welfare, sono abbastanza interessanti. Infatti, ben la metà dei pensionati o futuri tali sardi pensa che una volta usciti dal mondo del lavoro, per entrare in quello dei pensionati, la propria pensione non sarà sufficiente a garantire il giusto sostentamento e del resto basta fare un paio di conti per capire con quanto si dovrà vivere al mese una volta concluso il lavoro. Il 34%, invece pensa che vi sia troppa incertezza nella condizione economica dell’isola. Il 41% dei pensionati sardi pensa che potrà cadere nella povertà assoluta, il 35% che non riuscirà a dare il sufficiente sostegno economico a figli e nipoti, ricordiamo che sono davvero tante le famiglie di disoccupati mantenute dai genitori, il 26%, al contrario, ha timore di dover gravare sulla famiglia.”
Conclusioni.
Questi sono alcuni dei fatti principali del mese di Settembre, da questo possiamo capire i motivi per cui sono sempre più le persone che arrivano ad avere bisogno di un aiuto finanziario per arrivare alla fine mese, è quindi sempre maggiore la ricerca di opportunità sul web dove ci sono servizi come il nostro che si occupano di Cessione del Quinto. Le paure principali di chi accede al credito sono quelle di non riuscire a far fronte a una condizione economica precaria, in particolare quando, con l’avanzare degli anni, si ha bisogno di visite mediche e di medicinali, di sostegno nello svolgimento delle attività quotidiane oppure semplicemente si vuole staccare per un viaggio. In questi casi è molto importante affidarsi ad un’agenzia finanziaria di cui ci si possa fidare, sia per ottenere il finanziamento in tempi brevi sia per avere a disposizione un team qualificato e con esperienza pronto a guidarvi nel raggiungimento della vostra indipendenza finanziaria.