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IL CONSIGLIO DEI MINISTRI APPROVA IL DEF 2018

Ma cos’è il DEF?

Partiamo dal principio, in economia il DEF è il Documento di Economia e Finanza, originariamente chiamato Documento di programmazione economica finanziaria, abbreviato: DPEF. Parliamo quindi di un documento in cui al suo interno vengono inserite per iscritto tutte le politiche economiche e finanziarie selezionate, decise ed imposte dal governo. Solitamente il DEF consiste in un testo decisamente voluminoso, sancisce quella che sarà la politica economica, quindi regole e criteri dell’andamento economico e finanziario all’interno del governo, per cui sono presenti anche i risultati che si dovranno raggiungere, nonché i tempi di realizzazione dei risultati finali, che sono l’oggetto del documento stesso.

Cosa accadrà ora?

Naturalmente spetterà al nuovo esecutivo la scelta delle politiche per determinare il nuovo quadro programmatico. Nel DEF si può apprezzare il percorso di risanamento delle finanze pubbliche effettuato dalla passata legislatura, percorso che ha sancito le basi per l’uscita dalla crisi economica. Così commenta Gentiloni: “Oggi fotografiamo con questo Def risultati molto rilevanti, il consiglio dei ministri ha approvato il Def, un Def particolare, come si dice in gergo a politiche invariate, che non contiene la parte programmatica delle riforme che spettano al prossimo governo. Nel Def c’è la fotografia della situazione tendenziale dell’economia italiana ed emerge un quadro positivo che riflette il buon lavoro fatto in questi 5 anni. È importante che la strada intrapresa dal Governo uscente non si interrompa e su questo percorso il prossimo governo prosegua il cammino che è stato intrapreso.”.

Vediamo alcuni dati del DEF

Come primo dato possiamo valutare quello del prodotto interno lordo, passato dallo 0,4% del 2014 all’1,5% nel 2017, il rapporto deficit/pil è costantemente sceso dal 3% del 2014 al 2,3% del 2017, 1,9% al netto degli interventi straordinari fatti per tutelare il risparmio e il credito. Il debito pubblico invece in rapporto al PIL si è stabilizzato a partire dal 2015.
Il tasso di disoccupazione è sceso dal picco del novembre 2013 che era al 13,0%, nel 2017 si attesta all’11,2, mentre il numero di occupati è aumentato di quasi 1 milione dal punto più basso della crisi nel settembre 2013, oltre la metà addirittura con contratti a tempo indeterminato.
Per i prossimi anni il quadro tendenziale dimostra il rafforzamento del sistema economico del Paese, il PIL che “in via prudenziale” viene stimato in crescita dell’1,5% nel 2018 e all’1,4% nel 2019, il rapporto deficit/pil che prosegue il cammino di discesa collocandosi all’1,6% nel 2018 allo 0,8% nel 2019 per raggiungere il pareggio nel 2020. Anche il rapporto debito/pil è previsto in calo al 130,8% nel 2018, al 128% nel 2019, al 124,7 nel 2020.

Scarica qui tutti i documenti

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